C’è un detto estone stupendo: “Non esistono tempi brutti ma abiti non adatti”. Ed è così. C’è stato un tempo in cui non ho avuto una taglia, non ho avuto un colore, non ho avuto un clima: è brutto non sentire più niente.
Da lì comincia la fine. Chi mi conosce e chi è restato – anche quando non ero più un corpo ma solo un involucro ossuto, sa di cosa sto parlando. Ognuno mi ha fornito un pezzo di stoffa della propria presenza, del proprio affetto.
E sapete come ho capito dove abitava davvero il bene? Quando mandavo via quelle persone e buttavo i pezzi di stoffa dalla finestra, invece di ringraziare, chiudevo tutto e restavo io e il mio niente, il giorno dopo erano lì. Perché il niente è così, esiste solo lui. Ma il loro affetto e la loro cura non davano importanza a certe parole che il niente mi suggeriva: il giorno dopo erano lì.
Queste persone meravigliose, fin troppo meravigliose, hanno raccolto i pezzi di stoffa, cucendomi il più bel vestito che avessi mai avuto: la speranza. Non mi hanno posto domande, non mi hanno mai detto “hai tutto, cosa ti manca?”, sono semplicemente restate.
Forse è questo il significato di compagno di vita, il valore di un familiare nei tuoi giorni, l’importanza di chiamare qualcuno amico. Anzi vi svelo un segreto: il forse mi è uscito solo perché sono una persona troppo gentile anche quando non dovrei.
© –lemienottibianche
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Le mie notti bianche 